martedì 31 maggio 2011

Chi ben comincia....


Ciao a tutti!

Ormai manca poco all'uscita di uno degli album più attesi dell'anno, il secondo dei Black Country Communion, supergruppo che vede in formazione titolare Glenn Hughes al basso e alla voce, Joe Bonamassa alla chitarra e alla voce, Jason Bonham, per forza di cose, alla batteria e Derek Sherinian alle tastiere.

Già i nomi basterebbero a dire tutto, o almeno ad aspettarsi cose stratosferiche, cose che non deludono le aspettative nel loro primo album, intitolato "Black Country", e che rappresenta un gran biglietto da visita.... In un intervista di qualche tempo fa' la band affermava che con loro tornano alla ribalta Led Zeppelin e Deep Purple, e a sentirli suonare è difficile dar loro torto.

Bene, dopo meno di un anno questi 4 hanno già pronto un nuovo lavoro, che uscirà il prossimo 13 giugno ed è anticipato dal primo singolo, "Outsider", disponibile in download gratuito sul loro Sito Ufficiale, che chiarsice da subito che i Black Country Communion non hanno nessuna intenzione di abbassare il tiro e nemmeno il ritmo, "Outsider" è decisamente un ottimo preludio per quello che si annuncia un ottimo disco, ascoltare per credere....



ROCK ON!

lunedì 30 maggio 2011

Sit-Rock: Decenni in musica - Parte I - Anni '60


Ciao a tutti!

Liberamente ispirata alle interessantissime Blog Wars che in queste settimane vedono affrontarsi Marco Cannibal Kid e Mr. James Ford, eccoci al primo di 5 appuntamenti con le Sit-Rock.

Cinque sfide a suon di musica, una per ogni decennio, dagli anni '60 a oggi, e quindi partiamo proprio dai Sixties. La sfida, come al solito, si compone di 20 canzoni, che sembrano tante ma, vedrete, si riveleranno essere poche, soprattutto perchè stavolta vi chiedo di selezionare 20 canzoni che per voi rappresentano gli anni '60, non c'è nessun altro tipo di regola, semplicemente la domanda è: Se doveste racchiudere in una compilation quello che per voi sono gli anni '60, quale sarebbe la tracklist?....

Come sempre vi lascio qualche giorno di tempo, domenica posterò la mia personale compilation e voi lasciatemi le vostre nei commenti, alla fine faremo una bella votazione....

A tra poco per il prossimo post e a domenica per la Sit-Rock!

ROCK ON!

giovedì 26 maggio 2011

Musica dalle cantine - Sakee Sed

Ciao a tutti!

Un paio di anni fa' avevo deciso di aprire questa pseudo-rubrica per presentarvi quelli che secondo me sono gli artisti o i gruppi emergenti più interessanti, e dopo ben due anni finalmente ho trovato un po' di materiale di cui parlarvi, quindi si riparte con Musica Dalle Cantine! Perchè questo titolo alla rubrica? Perchè la cantina è uno dei luoghi dove si trovano i ragazzi alle prime armi per suonare e sognare di formare una band e vivere di musica, e poi perchè è il luogo nascosto di una casa, che non si nota ma che spesso conserva vini eccezionali, bottiglie che per anni sono rimaste lì naascoste, a fermentare e maturare, fin quando qualcuno apre la porta della cantina, le prende, le stappa e scopre quanto sia buono il vino che c'è dentro....

Direi che non c'è metafora più adatta al gruppo che sto per presentarvi, visto che loro di cantine e di vino certamente se ne intendono.... Marco Ghezzi e Gianluca Perucchini sono due ragazzi bergamaschi, rispettivamente classe '84 e '86, che, spesso accompagnati dalla "Family", un gruppo di artisti amici (tra cui anche Roberta Sammarelli, bassista dei Verdena), compongono, scrivono e suonano veramente bene, e ci tengo a precisare che questo giudizio non è dettato nè dal fatto che siano bergamaschi come me e nemmeno dal fatto che il buon Perucchini sia stato mio compagno di classe alle scuole medie, ma solo ed esclusivamente dall'ascolto dei loro pezzi. Nascono e suonano per qualche tempo sotto il nome di De Seekas, proponendo pezzi accostabili al cosiddetto Stoner-rock, finchè non appoggiano le mani su un impolverato pianoforte di Cincinnati che loro in amicizia chiamano Howard, e che li trasporta in una dimensione insolita, un'atmosfera a tratti allegra e a tratti dormiente, a volte in preda a deliri psichedelici e altre volte divertente e scherzosa, decidono così di cambiare registro, a partire dal nome, che viene semplicemente letto allo specchio, diventando Sakee Sed. Howard, come dicono loro stessi, li proietta in un immaginario saloon polveroso, tanto realistico da poterlo quasi toccare, e anche la loro musica cambia irrimediabilmente, cominciando a prendere venature marcatamente folk, con una spolverata di country e un pizzico di blues quanto basta, pur rimanendo ancorata all'indie rock.

Così, ipnotizzati da Howard, i Sakee Sed si appoggiano al bancone del saloon e tra un whiskey, un bicchiere di vino e una sana scazzottata mettono in musica le loro storie, storie che trasmettono paranoie, paure, sensazioni strane, botte da sbronza e soprattutto la voglia di raccontare, raccontarsi e prendersi anche un po' per il culo. I due prendono 13 di queste storie deliranti e divertenti e le schiaffano sul loro album d'esordio, intitolato "Alle basi della Roncola" (la Roncola è un monte vicino Bergamo). L'album riceve ottimi riscontri da parte del pubblico e della critica, ne parlano siti di musica indie, ma anche magazine come Blow Up e Rolling Stone; nei poco più di tre quarti d'ora di durata dell'album si susseguono tutte le sensazioni che si possono provare nel saloon a notte fonda, quando a fare compagnia è rimasto soltanto il barista con il grembiule indosso e lo straccio in mano, quando si è talmente ubriachi da raccontare tutte le proprie paure, ma anche quando la compagnia è più folta e si ha voglia di ballare qualcosa, di prendersi in giro e divertirsi, il sound è un cocktail di influenze italiane e internazionali, nella musica dei Sakee Sed c'è un po' di Tom Waits e un po' degli Afterhours, un po' dei Cure e un po' di Johnny Cash, c'è un po' di country del far west e un po' del cantautorato italiano "di nicchia" in stile Capossela, appoggiati su una solida base di tipico indie-alternative rock italiano, il tutto accompagnato dal sempre presente Howard e da un sacco di strumenti diversi, dal banjo all'organo, chitarre elettriche e acustiche, ukulele e quant'altro. A mio avviso nel disco ci sono due vere perle, rappresentate da "Walzer" e "Caffè degli artistici", oltre all'interessantissima "Vermouth & baby", ma di certo quello che traspare dall'ascolto dell'intero album è che i Sakee Sed sanno quel che fanno quando prendono in mano i loro strumenti, hanno tecnica e una buona maturità artistica nonostante siano al debutto, e, cosa non poco importante, vivono in prima persona la loro musica, si divertono, scherzano parlando del più e del meno e poi d'un tratto si fanno seri e malinconici, però poi per fortuna sul bancone bagnato scivola un altro bicchiere e Howard torna a dare ritmo cadenzato e voglia di non pensarci e ballare.

A pochi mesi di distanza arriva poi il primo EP, autoprodotto come il precedente, che, giusto per ribadire le atmosfere etiliche di "Alle basi della Roncola", si intitola "Bacco". L'EP è composto da 5 brani che riprendono a grandi linee il lavoro precedente; qui il ritmo delle sensazioni è un più alto, quello che era cupo nel primo album ora diventa buio pesto, e di contro quello che era simpatico e divertente diventa travolgente ed esilarante. C'è spazio anche per "C'è stato un party", brano di soli 2 minuti ma secondo me geniale, con tanto di rumore di posate e bicchieri a tempo di musica.... divertente anche il video della Title track, con i due vestiti da marinai e animazioni realizzate in stop motion.

Insomma, ridendo e scherzando i Sakee Sed hanno sfornato 18 pezzi che mescolano il classico e la sperimentazione, questi due ci sanno veramente fare, e per chi è avvezzo all'indie rock sono sicuro che saranno una bella scoperta, per chi invece non lo è servirà forse più di un ascolto per comprenderli, come succede per ogni gruppo di questo genere, certo è che questo è solo l'inizio, Ghezzi e Perucchini hanno in cantina ancora parecchio vino, e chissà come sarà la prossima bottiglia....

Se vi è venuta voglia di ascoltarli questo è il loro Myspace:
http://www.myspace.com/sakeesedfamily

Non mi resta che alzare un bicchiere per i Sakee Sed e augurare buon rock a tutti voi!

Steve Hackett Acoustic Trio in concerto!



Ciao a tutti!

Di solito preferisco scrivere di mio pugno i post, anche quelli che riguardano notizie pubblicate già sui giornali, questa volta però credo sia giusto riportare le parole ufficiali degli organizzatori dell'evento, e che evento! Purtroppo i circa 900 km di distanza mi impediranno di essere là, ma per chi riuscisse a raggiungere quel di Fasano, in provincia di Brindisi, mercoledì 8 giugno credo sia un'occasione eccezionale, al festival Fasano Jazz 2011 salirà sul palco nientemeno che Steve Hackett, storico chitarrista dei Genesis durante gli anni '70 e musicista a dir poco influente, insieme al suo acoustic trio.

Ecco qui di seguito il comunicato stampa ufficiale:

Il Comune di Fasano (BR) - Assessorato alla Cultura
è orgoglioso di presentare:
FASANO JAZZ 2011
XIV EDIZIONE
 
Steve Hackett Acoustic Trio 
al Fasano Jazz'11
Mercoledì 8 giugno 2011
h. 21.00 
Teatro Kennedy 
Via Pepe


Ingresso 10 euro
 in apertura: 
Mario Giammetti
presenta il suo nuovo libro The Musical Box
Mercoledì 8 giugno 2011 alle ore 21.00 ancora al Teatro Kennedy un grande evento per la XIV Edizione del Fasano Jazz, l'ormai storico appuntamento per i cultori della musica di qualità, capace in ogni stagione di sorprendere e coinvolgere con la varietà delle sue proposte indirizzate alle aree più stuzzicanti deljazz e del rock. Il terzo concerto della nuova edizione, con la consueta direzione artistica di Domenico Demola, sarà un evento imperdibile con l’unica data italiana e sud europea dell’estate 2011 per il trio acustico di Steve Hackett, uno dei più famosi, originali e influenti chitarristi del ‘900, dal 2010 entrato anche nella prestigiosa Rock And Roll Hall Of Fame 

Fasano Jazz è un laboratorio di musica aperta,
 lontano dalla visione più ingessata del jazz e calato nella naturale vocazione turistica e culturale della Puglia.
Con la partecipazione di Hackett, la regione assiste all’arrivo di un gigante della chitarra moderna, che proporrà al pubblico una performance speciale e unica: diversamente dai concerti con la sua statuaria band elettrica (immortalati nel recentissimo Live Rails), la serata in trio vede il chitarrista in un contesto più intimo e suggestivo
Steve Hackett ha sempre mostrato un’ispirazione viva e alta, una capacità di mutare stili e approcci senza mai perdere qualità, una vena compositiva prolifica e ampia, che esplora il rock e il blues, il jazz e la world music, l’elettronica e il classico. Il trio acustico è inoltre composto dal fido tastierista Roger King e il fratello John Hackett, superbo interprete classico al flauto - che farà un’apparizione speciale per Fasano in vece del collega Rob Townsend. 

Il live acustico si aggancia direttamente a opere colte come Bay Of Kings, Momentum, Sketches Of Satie, A Midsummer’s Night Dream eMetamorpheus, nei quali Steve ha rivisitato brani classici e tradizionali. Per l’occasione Steve, Roger e John proporranno al pubblico del Fasano Jazz un concerto toccante, che spazierà dalla musica classica alla produzione solista, sconfinando nei leggendari pezzi dei Genesis. In apertura lo scrittore Mario Giammetti, massimo esperto al mondo in materia Genesis, presenterà il suo nuovo libro The Musical Box (Arcana), dedicato proprio alle canzoni della leggendaria band.

Da quattordici anni
 Fasano Jazz non è solo ottima musica con grandi maestri e interpreti, ma è anche un'irrinunciabile opportunità per conoscere labellissima città pugliese, così ricca di tradizione e arte. Proprio per questo l'Express Hotel - Park Hotel Sant'Elia (c/o Zoosafari) offre dei pacchetti speciali in occasione della rassegna, comprendenti biglietto per i due concerti a pagamento e visita allo Zoosafari.


Steve Hackett Acoustic Trio
:
 Steve Hackett - chitarre
John Hackett - flauto
Roger King - tastiere

L'ultimo appuntamento in cartellone:
Venerdì 10 giugno 2011,
Sagrato Chiesa Matriceh. 21.00
Ingresso Libero
(in caso di pioggia il concerto si terrà al Teatro Sociale)
Master Funk Trio

Carlo Losavio - chitarre
Piero Boggia - basso elettrico
Mimmo Colucci - batteria


ore 22.00
 Vincenzo Scrimieri - voce
Giuseppe Sabatelli - sassofono
Nico Vignola - chitarre
Piero Boggia - basso elettrico
Max Voccoli - tastiere
Antonio Colonna - batteria

Direzione artistica: Domenico De Mola
Mediapartners:

Informazioni:
Tel. 080-4394123
Fax: 080-4394199
Fasano Jazz:

Park Hotel Sant'Elia:
http://www.parkhotelsantelia. it

Synpress44 - Ufficio Stampa:
Tel. 349/4352719 – 328/8665671

martedì 24 maggio 2011

Auguri menestrello!



Ciao a tutti!

Scusate l'assenza di questi giorni ma sono stato un po' impegnato, in compenso ho pronte un paio di novità, ma di questo parleremo poi, per adesso devo assolutamente fare gli auguri a questo signore qui sopra, che oggi compie la bellezza di 70 anni tondi tondi!

In 70 anni ne ha passate veramente di tutte, è stato protagonista degli anni '60 e '70, delle proteste, della corrente dei figli dei fiori, ha girato il mondo intero con la sua armonica di fronte alla bocca e le sue storie da raccontare, proprio come i vecchi cantatorie, i menestrelli, e io credo che di tutti i soprannomi che gli sono stati dati quello che calza più a pennello è "il menestrello del rock", perchè a differenza di molti altri grandi del rock, che sono ricordati per le canzoni ma anche pesantemente per le varie vicissitudini dovute a dipendenza da droghe o alcol, problemi con la legge e tutto il resto, Bob Dylan è conosciuto e ricordato da tutti quasi unicamente per la sua musica, nonostante anche lui ne abbia combinate parecchie, simbolo che la sua musica, le sue storie e la sua tenacia nel raccontarle sono sempre state più forti di qualsiasi altra cosa lo riguardasse. Nessuno si è mai interessato di quello che fa una volta sceso dal palco, perchè è ciò che fa SUL palco che prende il sopravvento.



Ufficialmente la carriera di Bob Dylan è cominciata nel 1959, e in 52 anni, senza fare scandalo nè scalpore è riuscito a guadagnarsi il rispetto e l'ammirazione da parte del pubblico come da parte dei colleghi, ha difeso le proprie idee con i denti, sempre e comunque, e questo forse gli fa ancora più onore, ma la cosa incredibile è che nonostante gli anni le sue storie suonano sempre attuali, suonano sempre familiari e ci assomigliano sempre un po'....

E allora, caro menestrello, mille auguri! E grazie per aver occupato questi 70 anni raccontandoci le tue storie, che sono diventate un po' anche le nostre....

giovedì 19 maggio 2011

Auguri Pete! 100 di questi giorni!





Ciao a tutti!

Come potevo esimermi dal fare gli auguri a uno dei più innovativi personaggi del rock?

Pete Townshend, classe 1945, 66 anni proprio oggi e ancora tanta, tanta carica, ma soprattutto tanta tanta tanta classe e genialità.... Auguri Pete! 100 di questi giorni!....

E buon rock a tutti voi con questi due video!



lunedì 16 maggio 2011

Ricordo di un amico, ciao Ronnie....


Ciao a tutti!

E' incredibile come a volte si possa essere legati a persone che nemmeno si sono mai conosciute o con cui non ci si è mai trovati faccia a faccia....

Spesso i personaggi del mondo dello spettacolo, attori, musicisti o cantanti, sono quelli a cui la gente si affeziona, forse perchè diventano dei miti, forse perchè questo o quel personaggio in qualche modo incarna il sogno, quello che ognuno di noi avrebbe voluto fare nella vita, o forse semplicemente perchè ci sono film e brani che restano nel cuore della gente, e di riflesso nel cuore ci resta anche chi li ha interpretati.

Così succede che quando uno di questi personaggi viene a mancare è come se fosse mancata una persona cara, qualcuno che volenti o nolenti ha accompagnato tanti momenti della nostra vita.... Forse può sembrare esagerato, ma chi di voi non si è sentito triste nel leggere la notizia della morte di un attore o di un cantante che ha amato? Magari non lo avete nemmeno mai visto di persona, eppure vi sentite tristi perchè non c'è più, perchè tutto ciò che ne rimane sono i suoi film, o le sue canzoni, o il ricordo di ciò che ha fatto in vita, come nel caso di politici, sportivi, papi e quant'altro.

Per chi, come me, è appassionato di musica, e in particolare di rock, così come per chi è appassionato del cinema di decenni fa', purtroppo in questi anni questa sensazione capita di provarla spesso, perchè molti grandi del rock se ne sono già andati, e buona parte degli altri ha già una veneranda età, così un giorno accendete la tv e sentite la notizia, un grande cantante se n'è andato, a volte pensate semplicemente "cazzo, mi dispiace", a volte invece la notizia è veramente shockante.... Questo è ciò che è successo a me esattamente un anno fa', nel leggere la notizia della morte di un grande come Ronnie James Dio, non so bene perchè, forse per i motivi che elencavo poco fa', forse perchè era senza dubbio uno dei più grandi, un vero e proprio mito del rock e del metal, forse perchè dopo averlo visto potente e carismatico a quasi 70 anni al Gods of Metal nel 2009 ho avuto l'impressione che potesse essere un personaggio eterno, in un certo senso invincibile, e leggere che un male bastardo come il cancro se l'è portato via è stato davvero uno shock....

E' già passato un anno, eppure il ricordo è ancora vividissimo, e la tristezza si fa ancora sentire, e allora questo post vuole essere un ricordo, il ricordo di un grande che non è più tra di noi, il ricordo di una delle voci più potenti e riconoscibili del rock e del metal, ma soprattutto il ricordo di un amico, a cui non ho mai avuto il piacere nemmeno di stringere la mano, ma che mi ha accompagnato chissà quante volte con la sua musica, musica che, quella sì, è eterna, e in cui lui continuerà a vivere, per sempre....

Ciao Ronnie.... Grazie di tutto....

martedì 10 maggio 2011

L'ultimo riff di Keith Richards


Ciao a tutti!

Qualcuno dice che ci sono soltanto due maniere di stare al mondo, vivere la vita o lasciarsi vivere da essa, ed è evidente quale delle due strade abbia scelto Keith Richards. Keith è uno dei miti del rock, uno di quei mostri sacri che mettono soggezzione al solo nominarli, e forse l'ultima traccia dei Rolling Stones dei tempi d'oro. Non che adesso i quattro giovincelli della linguaccia siano da buttare, anzi, possono permettersi ancora oggi di farsi lucidare le scarpe da qualunque musicista o cantante dei giorni nostri, però gli Stones di oggi sono venuti a patti con la loro realtà, in quattro arrivano alla bellezza di 270 anni ed è ovvio che non possono più essere quei diavolacci che facevano urlare le ragazze ai concerti e che vivevano in pieno quel "Sex, drugs and rock'n'roll" diventato il motto della vita da rocker; oggi gli Stones vivono del mito che loro stessi hanno creato, si godono la soddisfazione di unire tre o anche quattro generazioni, arrivano ai concerti in limousine, utilizzano coreografie da milioni di dollari e finito il concerto se ne tornano in albergo senza groupies, in tutto questo c'è poco dei cattivi ragazzi di "Lascereste uscire vostra figlia con uno dei Rolling Stones?", c'è poco dello stile di vita on the road, almeno fino a quando l'autista apre la portiera e dalla limousine si intravedono una bandana, la faccia più rugosa del mondo e magari l'espressione contrariata di chi la portiera se la vuole aprire da solo....

Keith Richards è questo, l'ultima traccia di una delle più grandi leggende della musica, e a 67 anni suonati ha deciso di mettere per iscritto tutta la sua vita, fatta di musica, donne, alcol e droghe, soddisfazioni, dolore, rimpianti, esagerazioni e tossicodipendenza, una vita vissuta al massimo, una vita veramente incredibile e che, messa nero su bianco, si intitola "Life", "Vita", semplice quanto significativo, così come l'immagine in copertina, perchè Keith, al di là del mito, è semplicemente Keith, e la sua vita è semplicemente vita, per quanti episodi, a volte davvero incredibili, possano averla caratterizzata.

Nella sua biografia Keith racconta tutto, senza nè timori nè tantomeno vergogna, racconta della nascita degli Stones, delle torunèe, dei guai con la legge e della tossicodipendenza, parla della vita on the road, delle esagerazioni e delle paure, racconta episodi anche molto personali e intimi, racconta cosa significa essere uno dei Rolling Stones, il bello di essere adorato da milioni di persone e il brutto di essere accusato di aver aizzato i popoli a sommosse, disordini e vita fuori dagli schemi, racconta il suo rapporto con le droghe, di come all'inizio fosse convinto di poter fare ciò che voleva del suo corpo senza rendere conto a nessuno, di come le droghe si sono fatte pesantemente largo nella sua vita diventando indispensabili (addirittura racconta di aver passato momenti in cui nascondeva cocaina, marijuana e altro in qualunque angolo, per non rimanere mai senza), di come poi, con l'eroina, era la droga ad avere il controllo su di lui, e di come ha preso coscienza del fatto che doveva rendere conto a sè stesso e ai suoi cari di ciò che faceva col suo corpo. Le droghe hanno avuto un grosso ruolo nella vita di Keith, ed è ovvio che occupano una grossa parte anche della sua biografia, ma non c'è solo lo sballo in questi 67 anni, ci sono sensazioni, emozioni, c'è il dolore di aver perso il figlio Tara, morto poco dopo la nascita mentre lui era in tournèe, c'è l'amore trovato con Patti Hansen e c'è la forza di riprendersi dalla grave dipendenza dall'eroina, grazie a Patti e ai loro figli, dipendenza che lui stesso dice di essere finalmente riuscito a sconfiggere, e che però gli resta indelebilmente addosso, ma soprattutto "Life" parla della dipendenza più forte di cui Keith è schiavo, l'unica droga di cui non può e non vuole fare veramente a meno da quando l'ha incontrata, e cioè la musica, il pilastro della sua intera vita, la sola costante di un'esistenza vissuta a mille all'ora.

Quello che risulta evidente leggendo questo libro è che nella vita di Richards è successo veramente di tutto, ma che il filo conduttore, il fulcro di tutto è la musica, Keith racconta di come ha incominciato ad appassionarsi alla musica, ad avvicinarsi al blues e alla chitarra, di come artisti come Chuck Berry, Robert Johnson o Muddy Waters fossero in qualche modo la sua seconda famiglia, racconta di come ascoltava i dischi dei grandi bluesman fino allo sfinimento e di come cercava di imitarli, racconta di come poi si è creato un modo proprio di comporre i pezzi e di suonare, di come sono nati il sound ruvido e i riff storici che contraddistinguono i quattro britannici, di cosa è significato essere la più grande rock band del mondo, racconta delle divergenze, delle liti e degli screzi che ogni tanto rispuntano fuori, soprattutto con il suo compagno d'avventura e di composizione Mick Jagger, racconta di settimane intere passate a cercare il sound perfetto e soprattutto di come ancora oggi lo sballo più grande glielo diano le vibrazioni di un blues.

Ogni qual volta si parla di un personaggio come Keith Richards, e ogni qual volta esca un libro come questo, in genere il pubblico si spacca in due, da una parte chi, da appassionato di rock e affascinato dalla vita esagerata, lo legge con la curiosità rivolta alle pazzie, alle esagerazioni e alla spericolatezza, e dall'altra chi invece, convinto di trovare soltanto questi aspetti, si rifiuta a priori di leggerlo. Bé, magari non sempre, ma di certo in questo caso entrambe le fazioni si sbagliano alla grande, "Life" non è semplicemente un insieme di pazzie di uno che se è ancora vivo deve ringraziare il padre eterno (o forse il diavolo, chi lo sa?), nè tantomeno è una consacrazione della vita sregolata, ma bensì il racconto di un uomo di 67 anni, che si guarda indietro e vede la sua vita, fatta di cose belle e cose brutte, di grandi successi e di grandi fallimenti, di orgoglio e di rimpianti, una vita piena, nel bene e nel male, che, grazie alla bravura di James Fox nel riportare le sue parole su carta, Keith sembra raccontare la sera, davanti a un caminetto, con la familiarità di chi parla a un amico confidando pensieri, segreti e sensazioni. Insomma, chi si aspetta un inno al "Sex, drugs and rock'n'roll" rimarrà deluso, perchè Keith non va fiero di tutto ciò che ha combinato, anzi, la sola cosa di cui va assolutamente fiero è l'aver dato tutta la sua vita per la musica, e, checchè ne possano dire i soliti benpensanti, questo è un libro davvero istruttivo, un libro intenso e ricco di sfaccettature, un libro che gli appassionati devono assolutamente leggere, ma che sono sicuro saprebbe conquistare anche e soprattutto chi di solito certi libri li snobba, per cui se appartenete a questa seconda categoria seguite il mio consiglio, preparate lo stomaco perchè c'è davvero di tutto, ma leggetelo, perchè questo è l'ultimo grande riff del grande Keith Richards....

domenica 8 maggio 2011

Grazie di tutto angelo ribelle....


8 maggio 1911, il mondo ancora non lo sa, ma rimarrà per sempre segnato da questa data....

Perchè? Perchè esattamente 100 anni fa' nasceva Robert Johnson, capostipite del blues e del rock'n'roll, personaggio mitico che la leggenda vuole abbia fatto un patto col diavolo, cedendogli la sua anima in cambio di saper suonare la chitarra. Morto, come molti altri grandi astri della musica, a soli 27 anni, ha impresso a fuoco il suo nome nella storia della musica....

E' difficile spiegare l'influenza che Robert ha avuto sulle generazioni future alla sua, così come è difficile spiegare le sensazioni che le vibrazioni della musica, della sua musica, fanno provare.... Il blues ti passa sotto la pelle, ti entra dentro, e quando è lì non c'è modo di farlo uscire.... Il blues è sofferenza, è rabbia, è rassegnazione, ma allo stesso tempo è ciò che ti porta via da tutto questo, semplicemente con una chitarra in mano, una sigaretta appoggiata alle labbra e una bottiglia di Whiskey in mano....

E allora Robert, tanti auguri! Anche se non sei più in questo mondo la tua anima, anche se dannata, rivive in ogni vibrazione di una corda, in ogni battito di piede a tempo, in ogni sogno di rock'n'roll, come direbbe un cantautore di casa nostra.... Buon centesimo compleanno, e grazie di tutto!....




giovedì 5 maggio 2011

63 anni e non sentirli....


Ciao a tutti!

Auguroni di buon compleanno più che doverosi oggi per il mitico Bill Ward, storico batterista dei Black Sabbath, e giù il cappello a chi a 63 anni sa picchiare ancora i tamburi come se ne avesse 20....

100 di questi giorni Bill!....

Voi intanto sentitevi che lavoro di bacchette dietro questa "Wizard", una delle mie preferite....



ROCK ON!

martedì 3 maggio 2011

Potere della musica....


Ciao a tutti!

Dopo il Loz Music History di ieri, oggi torniamo ai giorni nostri, voglio farvi ascoltare un brano di un cantautore di casa nostra che mi ha particolarmente colpito. L'artista in questione è Davide Van De Sfroos, cantautore folk dialettale comasco che gira il nord Italia ormai da quasi 20 anni, e che quest'anno ha partecipato anche al Festival di Sanremo, ma non è la canzone portata all'Ariston che vi propongo, bensì la terza traccia di "Yanez", il suo nuovo album.

Il brano si intitola "Il camionista ghost rider" e mi ha colpito perchè parla di una sensazione che spesso si prova viaggiando, e il cui merito è della musica, ma non voglio spiegarvi altro, ascoltatela e vi sarà tutto chiaro. La canzone è in dialetto Laghèe, che per me è abbastanza comprensibile, ma per chi dista un po' di più da Como è probabilmente una lingua intraducibile, fortunatamente sono riuscito a trovare un video con i sottotitoli in italiano, e in ogni caso riporto testo e traduzione qui sotto.... Buon ascolto!



Il camionista ghost rider (Davide Van De Sfroos - Yanez - 2011)

Al lunedè meti deent la prema
spazzeti'l muund cui tergicristai
pizzi i fanai per majà la cürva
banana negra che la voer scapà
ma me la ciapi cunt el vulaant
el me mutuur la digerirà
i cupertoni san giamò a memoria
ogni chilometro de spetascià

All'autogrill prima del Gottardo
gh'è Johnny Cash che voe sultà soe
el voer un passagg fin in funt al tunnel
verdi la porta el foe setà giò
el paltò l'è negro cume la chitara
la facia düra cume sti muntagn
el dis me spiàs sun dumà un fantasma
ma svolza la radio che me canti amò

Hey Johnny Cash scià che vèmm scià che vèmm
e tant anca 'l Gottardo l'è un oltru anell de fööch
e canta cry cry cry ghost rider in the sky
e visto che te seet te te lassi anca fümà

In sull'autostrada a Casalpusterlengo
gh'è una gran pulver se veed nagott
l'è menga nèbia l'è menga foemm
l'è tüta sabia e in mezz gh'è un omm
el gh'ha soe un capell che'el par quasi un strasc
el gh'ha i salopett i scarponi gross
el riid un zicc e po'l tussis
g'ha la tera in facia e in fuunt ai pulmòni

Hey Woody Guthrie scià che vèmm scià che vèmm
questa tèra l'è la tua tèra ma adess però mangen pioe
l'onda verde la diis nagott ma questa nigula finirà
de dree gh' è mia la California ma a Cesenatico podum
ruva

All'usteria visén a Faenza gh'è un fio elegant cun't i
oecc de matt
el beev gio whisky cume beev gazusa
la sua chitara par che la va a tocch
el g'ha i dii cume dees anguillla pèll maron
e la vuus de dona
el me diis g'ho de scapà del diavul c
he'l me cerca cun scià el me cuntratt

Hey Robert Johnson scià che vèmm scià che vèmm
Comacchio non è la Louisiana ma i zanzar i henn püssèe catiiv
gnanca el diavul el se fa vedè quaand l'è scià l'ura del tramuunt
e non temere per il crocevia che che in Italia urmai i henn tücc rondò

E rua voenn in fund alla pianüüra che l'è vestiì cume un arcubalen
la sua chitara a l'è incendiada de dre de lüü pasa el tempuraal
el dupèera i tron el dupèera i fulmin i a liga insema i a sona amo
la tèra gialda la paar el so palco e tutt el cieel un amplificaduur

Hey Jimi Hendrix scià che vèmm scià che vèmm
Forli l'è menga Woodstock e fra un po' brüset anca te
e a suon de purple haze little wing e woodoo child
adess gh'è scià la grandin e i cuntadini i henn mea taant cunteent

E al casell de Cesena Nord la stradal l'ha ma fermà
fann el giir del camion varden l'abitacul
varden departutt e poe se varden luur
"ma è strano sembravate in cinque
dentro la cabina un minuto fa"
"ci son solo io con tutti i mei dischi ma prego pòduf cuntrulà"

Traduzione

Al lunedì ingrano la prima
spazzolo il mondo col tergiscristallo
accendo i fanali per mangiare la curva
banana nera che vorrebbe scappare
ma la prendo con il volante
il mio motore la digerirà
i copertoni sanno già a memoria
ogni chilometro da calpestare

All'autogrill prima del Gottardo
c'è Johnny Cash che vuole salire
vuole un passaggio fino in fondo al tunnel
apro la portiera e lo faccio sedere
il paltò è nero come la chitarra
la faccia dura come queste montagne
dice mi spiace ma sono solo un fantasma
ma alza la radio che io canto ancora

Hey Johnny Cash dai che andiamo dai che andiamo
e tanto anche il Gottardo è un anltro anello di fuoco
e canta cry cry cry ghost rider in the sky
e solo perché sei tu ti lascio anche fumare

Sull'autostrada a Casalpusterlego
c'è un gran polverone non si vede niente
non è nebbia non è fumo
è tutta sabbia e nel mezzo c'è un uomo
ha in testa un cappello che sembra quasi uno straccio
ha la salopette e gli scarponi grossi
ride un po' poi tossisce
ha terra sulla faccia e dentro ai polmoni

Hey Woody Guthrie dai che andiamo dai che andiamo
questa terra è la tua terra però adesso non mangiarne più
l'onda verde non dice niente ma questa nuvola finirà
Dietro non c’è la California, ma a Cesenatico possiamo arrivare

All’osteria vicino a Faenza c’è un ragazzo elegante
con gli occhi da matto
beve giù whisky come fosse gazoosa
la sua chitarra sembra andare a pezzi
ha le dita come anguille la pelle marrone e la voce da donna
mi dice che devo scappare dal diavolo
che mi cerca con in mano il mio contratto

Hey Robert Johnson dai che andiamo dai che andiamo
Comacchio non è la Louisiana ma le zanzare sono più cattive
nemmeno il diavolo si fa vedere quando arriva il tramonto
e non aver paura per l'incrocio che in Italia ormai sono tutte rotatorie

E arriva uno in fondo alla pianura che è vestito come l'arcobaleno
La sua chitarra si è incendiata dietro a lui passa il temporale
usa i tuoni e usa i fulmini li lega insieme e suona ancora
la terra gialla sembra essere il suo palco e tutto il cielo un amplificatore

Hey Jimi Hendrix dai che andiamo dai che andiamo
Forlì non è Woodstock e tra un po’ bruci anche tu
E a suon di purple haze little wing e woodoo child
Adesso arriva la grandine e i contadini non sono molto contenti

E al casello di Cesena nord la stradale mi ha fermato
fanno il giro del camion e guardano l'abitacolo
guardano dappertutto e poi si guardano tra loro
"ma è strano sembravate in cinque
dentro la cabina un minuto fa"
"ci sono solo io con tutti i miei dischi, ma prego potete controllare"

lunedì 2 maggio 2011

Loz Music History - 1989


Ciao a tutti!
Undicesimo appuntamento con la storia del rock, come promesso oggi parliamo del 1989, e non mi voglio dilungare oltre, perchè questa volta il post è veramente lungo un chilometro....

La seconda metà degli anni '80 è caratterizzata da quelli che possono essere considerati i principali sintomi della società globale, la fine del decennio è la chiave di volta per la stabilizzazione degli assetti nazionali, continentali e intercontinentali, il progresso spinge con forza sempre in più ambiti e la globalizzazione è dietro l'angolo, con i suoi pro e i suoi contro, ma senza dubbio cruciale per tutto ciò che succederà negli anni a venire, e il 1989 è forse l'anno più importante di questo periodo.

A proposito della situazione socio-politica nel 1989 sono tanti gli eventi che incidono su singole nazioni come sul mondo intero, il primo in ordine cronologico è la morte, a 88 anni dell'imperatore del Giappone, Hirohito, deceduto, dopo aver regnato per 62 anni, a causa dell'aggravarsi di un tumore ghiandolare; poco tempo dopo il governo Takeshita viene travolto da un episodio di favoritismi e corruzione in cui sono implicati diversi membri della classe politica giapponese, ribattezzato "scandalo Recruit". In Paraguay un commando di militari costringe Alfredo Stroessner alla resa, mettendo così la parola fine a una dittatura che durava dal 1954, in Iran l'ayatollah Khomeini condanna a morte lo scrittore Salman Rushdie, colpevole di blasfemia per il suo libro "I versi satanici", ritenuto allusivo e offensivo della figura di Maometto, la Birmania cambia ufficialmente il proprio nome in Myanmar, l'Austria presenta la richiesta di entrare a far parte della comunità europea, gli Stati Uniti avviano, sotto il nome di "Operazione giusta causa", un'intervento militare mirato ad arrestare il generale di Panama Manuel Noriega, che si arrenderà l'anno successivo, Frederik Willem de Klerk, neopresidente del Sudafrica apre pubblicamente all'abolizione dell'apartheid, a Taif, in Arabia Saudita, viene siglato l'accordo che mette fine alla guerriglia civile che durava da quasi 15 anni e l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva la Convenzione sui diritti dell'infanzia.

Ma nel 1989 a farla da padrone sulle prime pagine dei giornali è la guerra fredda, il conflitto tra il mondo occidentale e l'unione sovietica iniziato dopo la fine della seconda guerra mondiale; il periodo più teso ormai è passato da tempo, e già dai primi anni '80 entrambi gli schieramenti e le nazioni che ne fanno parte procedono verso una graduale distensione e un successivo disarmo, da questa situazione cominciano a nascere contestazioni interne ai paesi del blocco sovietico che portano i primi spirgali di indipendenza dall'URSS, come ad esempio in Polonia, dove il 17 aprile del 1989 viene ufficialmente riconosciuta Solidarnosc, movimento nato inizialmente come sindacato dei lavoratori e che ottiene con gli anni abbastanza consensi da essere appunto riconosciuta ufficialmente e a partecipare alle elezioni politiche, che vincerà con un successo schacciante sul partito comunista sovietico, in Cecoslovacchia ha inizio la rivolta popolare non violenta ribattezzata "Rivoluzione di Velluto", che rovescia il regime comunista cecoslovacco, a Praga vengono arrestati centinaia di manifestanti durante la commemorazione dell'eroe della resistenza Jan Palach, in Romania, a seguito di violenti scontri e frequenti sommosse popolari, il dittatore Nicolae Ceausescu e la moglie Elena sono costretti alla fuga, vengono catturati e poi giustiziati in diretta televisiva da un plotone scelto; ad Hong Kong scoppiano delle rivolte dopo che il governo decide di rimpatriare con la forza i rifugiati vietnamiti, la capitale del Kosovo, Pristina, viene occupata militarmente, a Pechino esplode la protesta studentesca che sfocia in violente sommosse sedate con il sangue e moltissime manifestazioni, tra cui la più famosa in piazza Tiananmen il 18 aprile, e poi ancora un mare di piccole e grandi proteste interne al blocco sovietico, che è costretto ad una progressiva resa, che comincia con il ritiro delle truppe dall'Afghanistan, prosegue con l'abolizione dell'articolo 6 della costituzione, che definisce il ruolo di guida della società per il partito comunista, e l'apertura della frontiera tra Ungheria ed Austria, che diventa la via di fuga dalla Germania Est verso l'occidente e di fatto il primo spiraglio di luce nella cortina di ferro, che cadrà assieme al muro di Berlino il 9 novembre dello stesso anno, diventando uno degli avvenimenti storici più importanti, se non il più importante in assoluto, di tutto il dopoguerra.

Il 1989 è un anno ricco di avvenimenti belli e brutti anche per quel che riguarda l'Italia, sono gli anni della fine dei processi per gli attentati e gli atti terroristici avvenuti tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, come ad esempio il terzo processo per la strage di Piazza Fontanta, che si chiude con l'assoluzione di Stefano Delle Chiaie e Massimiliano Fachini per non aver commesso il fatto, il processo d'appello per la strage di Piazza della Loggia, che vede tutti gli imputati assolti tra le non poche polemiche e perplessità, e quello d'appello per la strage del Rapido 904, che vede la sentenza di condanna all'ergastolo per 5 imputati appartenenti alla criminalità organizzata e alcuni esponenti dell'eversione neofascista; Eugenio Scalfari e Carlo Caracciolo vendono il pacchetto azionario de L'Espresso alla Mondadori di Carlo De Benedetti che così controlla anche La Repubblica. Da qui comincia uno scontro con Berlusconi, che di lì a poco diventerà azionista di maggioranza della società, per il controllo della casa editrice. Mario Biagioni, senatore del MSI, viene trovato morto lungo la linea ferroviaria nei pressi di Grosseto, il sindaco di Roma Pietro Giubilo si dimette per frasi processare in un'inchiesta su presunte irregolarità sugli appalti delle mensa scolastiche, Monsignor Paul Marcinkus lascia lo IOR, Arnaldo Forlani viene eletto segretario della DC, De Mita rassegna le dimissioni del suo governo, e poi purtroppo ancora attentati; questa volta nel mirino non finiscono personalità della politica ma bensì magistrati, giudici e forze dell'ordine; proprio in questi anni infatti sono in corso alcune delle più importanti operazioni e indagini contro la malavita organizzata, la mafia cerca in ogni modo di impedire il procedere delle indagini, in particolare nel 1989 vengono messi in atto tentativi di screditazione e attentati all'indirizzo di quello che è diventato l'eroe simbolo della lotta alla mafia, e cioè il giudice Giovanni Falcone. E poi ancora, Angela Casella, madre di Cesare Casella, rapito dall'anonima sequestri calabrese, si incatena in piazza a Locri per denunciare l'impotenza dello stato contro la malavita, Umberto Ortolani si costituisce, dopo 7 anni di latitanza in Brasile, per la bancarotta del Banco Ambrosiano, a Roma si riunisce per la prima volta il governo ombra del PCI, Andreotti presta giuramento per il suo sesto governo, formato da DC, PSI, PSDI, PRI e PLI, una maxi denuncia viene avanzata contro 190 persone a seguito di 800 infrazioni rilevate nelle strutture ospedaliere dai NAS, la Banca Nazionale del Lavoro finisce nell'occhio del ciclone per aver concesso, tramite la filiale statunitense di Atlanta, finanziamenti per 3500 miliardi all'Iraq, il codice penale viene modificato, con l'introduzione del rito abbreviato e del parziale passaggio del processo da rito inquisitorio a rito accusativo, il segretario del PCI Achille Occhetto annuncia un rinnovamento generale del partito, che cambierà nome, simbolo e programma politico, viene approvato il decreto Martelli per la regolamentazione dell'immigrazione, viene introdotto il ticket sanitario, il Papa Giovanni Paolo II riceve Michail Gorbacëv in Vaticano e nasce la Lega Nord.

Come è evidente, nel 1989 la politica ha una grossa fetta di importanza tra gli avvenimenti da ricordare, ma sono veramente tanti anche i fatti che riguardano altri ambiti, dallo sport alla cronaca, dalla finanza alla tecnologia, e tra questi certamente va ricordato il venerdì nero vissuto da Wall Street il 13 ottobre a causa di un pesante crollo dei titoli in borsa dopo anni di crescita economica, ma anche la spedizione tutta italiana che porta alla luce il 12 febbraio Berenice Pancrisia, uno degli insediamenti urbani più antichi e importanti della storia, nei pressi di una miniera d'oro in Sudan, e poi lo schianto di un Boeing 707 in fase di atterraggio costa la vita a 177 passeggeri e 7 membri dell'equipaggio, un forte terremoto colpisce San Francisco causando più di 60 morti e oltre 200 feriti, Tim Berners-Lee presenta il documento "World Wide Web: Summary", che segna la nascita del servizio World Wide Web, base di internet, Negli Stati Uniti viene trasmessa sul canale Fox la prima puntata dei Simpson, satirica serie animata ideata da Matt Groening, il Napoli vince la sua prima Coppa Uefa, perde lo scudetto con una sconfitta per 2 a 1 in casa dell'inter, che si aggiudica il tricolore, mentre il Milan sale sul tetto d'Europa per la terza volta nella sua storia sconfiggendo al Camp Nou di Barcellona la Steaua Bucarest per 4 a 0, davanti a uno stadio quasi completamente rossonero con circa 90.000 tifosi milanisti, esce il primo, storico capitolo del videogioco "Prince of Persia", e poi vengono lanciate sul commercio due console per videogiochi che segnano un'epoca intera, il Sega Mega Drive e soprattutto il mitico Game Boy, prima console portatile Nintendo che risulta una delle più vendute di sempre.

E di videogiochi si parla anche nel cinema nel 1989, con l'uscita nelle sale di "Il piccolo grande mago dei videogames", film di Todd Holland con Luke Edwards nei panni di Jimmy Woods, un bambino di 9 anni chiuso in sè stesso dopo un trauma familiare, che si rivela essere un vero e proprio mago dei videogiochi. Il film verrà fortemente criticato per la massiccia presenza di pubblicità, vista l'onnipresenza di console e prodotti Nintendo. Ma di film nel 1989 ne escono un mare, di ogni genere e per tutti i gusti, visto che oramai il cinema è entrato a far parte della quotidianità delle famiglie di tutto il mondo e di conseguenza sono aumentate le produzioni cinematografiche, così mentre "Rain Man" di Barry Levinson si aggiudica i 4 oscar più importanti (miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura originale) grazie a una grande storia e ad un superlativo Dustin Hoffman nei panni dell'autistico Raymond "Rain man" Babbitt, nelle sale vengono proiettati un mare di film tra cui "Abyss", kolossal fantascientifico di James Cameron, "Karate Kid III - La sfida finale", terzo capitolo della saga di Daniel-San, "Major League - La squadra più scassata della lega" con Charlie Sheen, "Nato il quattro luglio", grande film drammatico di Oliver Stone con Tom Cruise, "La guerra dei Roses", secondo film da regista per Danny DeVito, che questa volta si avvale della classe indiscutibile di Michael Douglas, ma anche film comici come "Fratelli d'Italia", con Christian De Sica, Gerry Calà e Massimo Boldi, o "Non guardarmi: non ti sento" con la spassosissima coppia Richard Pryor/Gene Wilder, "Senti chi parla", con John Travolta, Kirstie Alley e, nella versione italiana, il doppiaggio di Paolo Villaggio per il bambino (nell'originale la voce era quella di Bruce Willis), film di animazione come "Asterix e la grande guerra", "Charlie - Anche i cani vanno in paradiso" e "La sirenetta", e poi una vera e propria ondata di grandi pellicole, tra cui "Agente 007 - Vendetta privata", sedicesimo film con protagonista James Bond, interpretato quest'anno da Timothy Dalton, "Always - Per sempre" di Steven Spielberg in cui compare per l'ultima volta su una pellicola la grande Audrey Hepburn, "She-Devil", "Enrico V", "L'erba del vicino", "Dieci piccoli indiani", tratto dal celebre romanzo di Agata Christie, "Ghostbusters II", secondo capitolo degli acchiappafantasmi con Bill Murray,Dan Aykroyd e Sigourney Weaver, "Nightmare V: Il mito", "Mery per sempre", "Sorvegliato speciale", "Seduzione pericolosa", con Al Pacino, John Goodman e Ellen Barkin, "Tango & Cash", interpretati da Sylvester Stallone e Kurt Russell, "Scuola di polizia 6: la città è assediata", penultimo episodio dell'accademia di polizia più sgangherata del mondo, "Marrakech Express", capolavoro di Gabriele Salvatores con Diego Abatantuono, "Arma letale 2", con Danny Glover e Joe Pesci alle prese con quel pazzo furioso di Mel Gibson, "Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi", "L'uomo dei sogni", "Venerdì 13: incubo a Manhattan", "Weekend con il morto", "Quattro pazzi in libertà", con Michael Keaton, Christopher Lloyd e Peter Boyle, "Ore contate", di Dennis hopper con Hopper stesso e Jodie Foster, "Non siamo angeli", con Robert De Niro, Sean Penn e Demi Moore, "Harry ti presento Sally", "Fa' la cosa giusta" di Spike Lee, "Il duro del Road House" con Patrick Swayze, "Batman", con la regia di Tim Burton e Jack Nicholson negli unici panni adatti a lui in questo film, e cioè quelli del Joker, "Robinson Crusoe - La storia vera", "Indiana Jones e l'ultima crociata", terzo capitolo delle avventure dell'archeologo interpretato da Harrison Ford, in cui Indy va alla ricerca del Sacro Graal, con l'aiuto del padre, impersonato da Sir Sean Connery, "Schegge di follia" con Wynona Rider, "Black Rain - Pioggia sporca", tra i migliori film di Ridley Scott, con un cast davvero stellare, composto da Michael Douglas, Andy García, Ken Takakura, Kate Capshaw e Yusaku Matsuda, "Ritorno al futuro - Parte II", secondo capitolo della mitica trilogia di Robert Zemeckis con Michael J. Fox nelle vesti di Marty McFly e Christopher Lloyd in quelle del geniale quanto pazzo dottor Emmett "Doc" Brown, e infine "L'attimo fuggente", il miglior film girato da Peter Weir, che racconta la storia di John Keating, anticonvenzionale insegnante di lettere, interpretato da un superbo Robin Williams, che esorta i suoi studenti a inseguire i propri sogni e a pensare con la propria testa, riuscendo anche a farli appassionare alla letteratura e alla poesia tanto da formare una "setta" di lettori di poesie.

Ormai lo sapete, dopo il cinema è il momento della musica, che, forse ancora più del cinema, negli anni '80 è un business enorme. Questo porta ad un forte aumento di nuove band e nuovi cantanti, molti dei quali durano soltanto pochi anni, se non addirittura una sola stagione, è l'era di MTV, delle boyband che fanno urlare le ragazzine e, appunto, dei "Fenomeni passeggeri", artisti che cavalcano l'onda per un breve periodo, grazie magari alla partecipazione a festival musicali o semplicemente al sex appeal dei componenti del gruppo, e poi, passato il periodo di grande successo spariscono dalla scena musicale, il mercato della musica viaggia sempre più verso un sistema che pretende nuovi personaggi, nuovi fenomeni ogni anno e sempre più velocemente, portando così a un inevitabile declino della musica di qualità, che viene messa sempre più da parte per lasciare spazio ai personaggi del momento (vedi quello che succede ancora oggi con i vari Justin Bieber, Ke$ha, Tokio Hotel e roba simile). Questo non significa però che la musica di qualità nel 1989 non ci sia, e nemmeno che sia destinata a morire, anzi, proprio grazie all'enorme sviluppo del mercato discografico, oltre agli artisti mandati alla ribalta da MTV, nascono un mare di nuovi gruppi e debuttano molti nuovi artisti che fanno buona musica fatta non soltanto per vendere. Così succede che mentre al Festival di Sanremo vince la coppia Leali/Oxa con "Ti lascerò" e i Pink Floyd suonano due storici concerti, uno in piazza S. Marco a Venezia di fronte a circa 200.000 persone e l'altro a Berlino in occasione del crollo del muro, si sciolgono i Trashmen, dopo la reunion di un paio d'anni prima, e i grandissimi Monty Python, geni dello humor nonsense e satirico ma anche gruppo musicale (ovviamente di musica satirico-demenziale) e nascono importanti pedine della scacchiera della musica, si va dai 4 no blondes di Linda Perry ai Dirotta su Cuba, dagli 883 del duo Pezzali-Repetto fino agli psichedelici Mercury Rev, e poi i Blue Murder, le Hole di Courtney Love, gruppi italiani di ogni genere come Punkreas, Sud Sound System, Tiromancino e Derozer, gli Apoptygma Berzerk, Cranberries, Gamma Ray, Marilyn Manson, Mägo de Oz, Fear Factory e Dark Tranquillity.

Alla fine degli anni '80 per quel che riguarda la musica c'è l'imbarazzo della scelta, con il tempo i diversi generi si sono mescolati andandone a formare altri, sono nate correnti artistiche nuove, nuove tecnologie e nuovi sound, spopolano la dance e il soul, la musica elettronica e, dall'altra parte, l'indie rock, il grunge e il metal con tutti i suoi infiniti sottogeneri, e, come è facile intuire, vedono la luce una marea di album e progetti musicali, ci sono debutti, riconferme, raccolte, live, colonne sonore, compilation e nuove collaborazioni, si va "Bankstatement", omonimo album del progetto solista di Tony Banks dopo i Genesis, fino al ritorno di Barry White con "The man is back!", da "Se me lo dicevi prima e altri successi" e "30 anni senza andare fuori tempo", raccolte antologiche di Enzo Jannacci, a "101", primo album live dei Depeche Mode, registrato, durante il loro concerto numero 101 appunto, al Rose Bowl di Pasadena, "Sleeping with the Past", 22° album in studio e 30° in totale di quella fabbrica di musica vivente che è Elton John, "Live Lewd Lust" dei punkissimi Exploited, "Donna Plautilla" del Banco del mutuo soccorso, "Nude" dei Dead or alive, il super elettronico "Claustrophobia" dei Deca, "I pensieri di King Kong" e "Diaframma 8183", rispettivamente album in studio e raccolta dei Diaframma, il sognante "Parallel Dreams" di  Loreena McKennitt, "A Night to Remember" di Cyndi Lauper, che contiene una delle sue grandi hit, "I drove all night", e che vede la produzione e la collaborazione di Phil Ramone, Eric Clapton e il solito, inarrivabile, Desmond Child, "Boyfriend" di Boy George, "Brain Drain", ultimo album dei Ramones con Dee Dee Ramone, "Pirata", album live dei Litfiba, "Still Cruisin'" dei Beach Boys, "Back to the Future Part II: Original Motion Picture Soundtrack", colonna sonora di "Ritorno al futuro II", "Music for Architectural Students", raccolta di esibizioni televisive dei Pink Floyd tra il '67 e il '69, "Badlands", omonimo debutto della band Heavy metal fondata da Jake E. Lee, "Seventheaven" dei Vanadium di Pino Scotto, "Last Exit to Brooklyn" dell'"uomo tranquillo del rock" Mark Knopfler, "Mr. Big", debutto dell'omonima band che quest'estate suonerà al Gods of Metal, "Disintegration", capolavoro dark dei Cure, "Canzoni, Preghiere, Danze del II Millennio - Sezione Europa" dei CCCP Fedeli alla linea, con la gentile collaborazione di Gianni Maroccolo, Francesco Magnelli e Ringo De Palma, ex componenti e collaboratori dei Litfiba, "Conscious Party" e "One bright day" di Ziggy Marley e i suoi Melody Makers, "We Too Are One" degli Eurythmics, "Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu" degli Elio e le storie tese, che contiene due grandi successi, "John Holmes" e "Cara ti amo", "Journeyman" e "24 nights", il primo album in studio e il secondo album live registrato alla Royal Albert Hall di Londra dalla "mano lenta" (ma non troppo) di Eric Clapton, "Mascalzone latino" di Pino Daniele, "Earth Moving" di Mike Oldfield, "Cocked & Loaded" degli L.A. Guns, "Pump" degli Aerosmith, "Cartoons", esordio del nostro Francesco Baccini, "You Can't Do That on Stage Anymore, Vol. 3", live di quel genio infinito di Frank Zappa, "Best of Dark Horse 1976-1989", seconda compilation dell'ex Beatle George Harrison, "Live in the U.K." e "Pumpkin Tracks" degli Helloween, "Queen at the Beeb" e "The Miracle" delo squadrone guidato da Freddie Mercury, "Earthquake Weather" del "Punky sciamano" Joe Strummer, "Decade: Greatest Hits" dei Duran Duran, "When Dream and Day Unite", debutto dei Dream Theater, e poi "Oro, incenso e birra", capolavoro di Zucchero che ancora oggi è il più venduto di tutta la discografia italiana, e che vede nei ringraziamenti nomi del calibro di Rufus Thomas, Arthur Miles, Eric Clapton, De Gregori ed Ennio Morricone (e scusate se è poco....), "Through the Storm" della regina del soul Aretha Franklin, "Best of Ozz", raccolta del "Madman" Ozzy Osbourne, "Follow the Blind" dei Blind Guardian, "Dangerous Toys" debutto degli omonimi metallari texani, "The Real Thing" dei Faith No More, "After the War" di Gary Moore, "Di terra e di vento" di Fiorella Mannoia, "Pretty Hate Machine", potente debutto dei Nine Inch Nails, "Jeff Beck's Guitar Shop", "Rock Island" dei Jethro Tull, "Let Love Rule", debutto del tatuatissimo Lenny Kravitz, "Enjoy Yourself", secondo album di Kylie Minogue, "Jed" dei Goo Goo Dolls, "Dr. Feelgood" dei glamissimi Mötley Crüe, "Puta's Fever" dei Mano Negra di Manu Chao, "Flying in a Blue Dream" di Joe Satriani, "The End Of The Innocence" di Don Henley, "Trial By Fire" di Yngwie Malmsteen, "Dylan & the Dead", registrazione live di un concerto di Bob Dylan insieme ai Grateful Dead, "Textures" di Brian Eno, "Hallraker" dei Descendents, "Il vento di Elora" di Eugenio Finardi, "Full Moon Fever" degli Heartbreakers, "Abbi dubbi" di Edoardo Bennato, "Liberi liberi" di Vasco, "Oh World", di Paul Rutherford, ex Frankie goes to Hollywood, "Monty Python Sings", che contiene l'allegrissima "Always look on the bright side of life", "Freedom" di Mr. Neil Young, "Flowers in the Dirt" di Paul "Macca" McCartney, "La mia moto" e "Jovanotti Special", secondo e terzo lavoro del cantautore romano dopo il debutto con "Jovanotti for president" dell'88, "The Sensual World" di Kate Bush, "Hot in the Shade" dei Kiss, "Crossroads" di Tracy Chapman, "Secrets in a Weird World" dei Rage, "New York" di Lou Reed, "Giubbe Rosse" di Franco Battiato, "Paul's Boutique" dei Beastie Boys, e poi ancora, il debutto omonimo "Mudhoney", l'hardcore punk di "Behind the door" dei Negazione, "Cosa resterà..." di Raf, "Mother's Milk" dei peperoncini rossi piccanti più rock di sempre, "Like a Prayer" di Madonna, "Ivangarage" e "Segni d'Amore" di Ivan Graziani, il ritorno dell'ex Moody Blues Justin Hayward con "Classic Blue", "Quella carezza della sera" dei New Trolls, "Original Sin", opera rock dei Pandora's box, "Peace and Love" dei Pogues, "...But Seriously", altro progetto solista parallelo ai Genesis, questa volta di Phil Collins, "Sedia elettrica" del compianto Pierangelo Bertoli, che contiene "Figlio di un cane", scritta e composta da Luciano Ligabue, che la inserirà nel suo album di esordio l'anno successivo, "Headless Cross" dei Black Sabbath, "Cry Wolf", ennesimo debutto omonimo, una vera e propria ondata di raccolte, antologie e Best Of, di Canned Heat, Long John Baldry, Pat Benatar, Ringo Starr, Scorpions, Culture Club, Rod Stewart, Velvet Underground e molti altri, ma non è finita qui! C'è "Mira Mare 19.4.89", live di De Gregori, "Amandla" di Miles Davis, "Jigsaw" di Mike Stern, "S&M Airlines" dei NOFX, "Presto" e "A Show of Hands" dei Rush, "Ossigeno", debutto dei Pitura Freska, "Street Fighting Years" dei Simple Minds, "Troppo rischio per un uomo solo" degli Skiantos, "The Seeds of love" dei Tears for fears, "Fright Night", primo album dei bravissimi Stratovarious, "Rock'N'Roll Prisoners" dei meccanici del rock-metal italiano, gli Strana Officina, "The Iron Man: A Musical" di Pete Townshend, "The Offspring", omonimo debutto della punk band californiana, "Automatic" dei The Jesus and Mary Chain, "Lily on the Beach" dei Tangerine Dream, "Steel Wheels" dei sempreverdi Rolling Stones, "Oltre l'Eden..." di Patty Pravo, "Gutter Ballet" dei Savatage, "Agent Orange", album dei Sodom caratterizzato da testi impegnati contro la guerra, in particolare quella in Vietnam, "Rock 'n' Roll Gypsies" dei Saxon, "Passion: Music for The Last Temptation of Christ" album colonna sonora del film "L'ultima tentazione di Cristo", considerato il capolavoro assoluto di Peter Gabriel, e se questi non vi bastano ci sono i Bad Religion, Bob Dylan, Cher, Miracle Workers, Don Johnson, Eduardo De Crescenzo, Enrico Ruggeri, Pussy Galore, Status Quo, Luca Barbarossa, Screaming Trees, Wire, Wrathchild, Equipe 84, Iron Maiden, Marillion, Luca Carboni, Skid Row, Overkill, Sick of it all, Roberto Vecchioni, Sepultura, Nuova Era, Tokyo Blade, Tina Turner, W.A.S.P., Toto, Soundgarden, Spandau Ballet, Whitesnake, Paola Turci, XTC, Simply Red, Renato Zero, Foetus, Fairport convention, Tesla, Stone Roses, Uriah Heep e infine il debutto di una delle band più amate degli ultimi 30 anni, con uno dei leader più amati degli ultimi 30 anni, capostipite del grunge e nata nei sobborghi di Seattle, sto ovviamente parlando di Kurt Cobain, dei suoi Nirvana e del loro "Bleach".

Ma non è di "Bleach" che vi voglio parlare, anche se da parlare ce ne sarebbe per ore, e nemmeno di un altro debutto, bensì della grande riconferma di un personaggio a dir poco spettacolare.... Nasce a Detroit il 4 febbraio del 1948 e i suoi genitori lo chiamano Vincent Damon Furnier, ma non è con questo nome che lo conosciamo. Sale per la prima volta su un palco nel 1965 insieme ad alcuni amici per il talent show annuale della Cortez High School, dove studiava, il gruppo vince il talent pur non sapendo suonare nessuno strumento, semplicemente vestendosi come i Beatles e mimandone le canzoni, successivamente decidono di imparare a suonare e Vincent prende la parte di Vocalist del gruppo, imparando anche a suonare l'armonica, da qui inizia la sua carriera, che lo vede poi, alla fine degli anni '60, diventare il cantante di un gruppo chiamato Spiders, nome che poi cambierà prima in Nazz e poi in quello definitivo, nome che poi lo stesso Vincent assumerà come suo personale nome d'arte, e che qualcuno dice (ma è probabilmente una semplice leggenda) derivi dal nome di una strega bruciata nel 17° secolo, e cioè Alice Cooper.

Siamo nel 1969, Vincent ha la fortuna di incontrare quello che è sempre stato il suo più grande idolo, Frank Zappa, che apprezza la musica della sua band e decide di produrre il loro album d'esordio, e cioè "Pretties for you". a questo seguono i successivi "Easy action" del 1970 e "Love it to death" del 1971. A differenza delle altre band glam rock (le più accostabili agli Alice Cooper come genere musicale e stile in quel periodo) che prediligevano trattare nei loro testi tematiche principalmente sentimentali, gli Alice Cooper nelle loro canzoni parlano di morte, tortura e terrore, cosa che da una parte contribuisce alla nascita del mito grazie a varie leggende più o meno assurde, come quella sull'origine del nome, ma dall'altra rende loro la vita difficile, vista l'influenza dei comitati puritani e perbenisti di quegli anni. La band però continua sulla stessa linea e a partire dal tour 1971 inserisce nelle esibizioni live quello che poi diventa il marchio di fabbrica, prima della band e poi successivamente del solo Vincent, e cioè un apparato scenico esageratamente teatrale e macabro, con ghigliottine, serpenti, forche, maschere spaventose, sangue e tutto ciò che potrebbe far parte di uno spettacolo horror; piovono critiche da ogni angolo e la band ringrazia perchè tutto questo non fa altro che portar loro popolarità (anche perchè in realtà l'atmosfera macabra e le scene che vengono recitate sul palco restano solo e soltanto all'interno dello spettacolo e della teatralità, a differenza di altre band soprattutto di metal pesante che spesso predicano la violenza, cosa che Alice Cooper, documentarsi per credere, ha sempre condannato). Da qui in avanti arrivano "Killer" del 1971, e "School's out" del 1972, con cui la band si afferma definitivamente nel panorama musicale classificandosi sotto il genere dello Shock Rock, nato alla fine degli anni '50 grazie a Screamin' Jay Hawkins. A seguire arrivano nel 1973 "Billion Dollar Babies" (che contiene la famosissima "No More Mr. Nice Guy" e altri pezzi storici come "Elected" e "I Love The Dead") e "Muscle Of Love", ultimo album in cui il nome Alice Cooper è riferito alla band; dopo quest'ultimo album infatti il gruppo si separa, e Vincent cambia legalmente il suo nome in Alice Cooper iniziando così una carriera solista che dura ancora oggi, e che inizia con "Welcome to my nightmare" del 1975, forse il suo migliore album, in cui, grazie alla conoscenza con il produttore Bob Ezrin, Alice si avvale della collaborazione della band di Lou Reed, e in particolare di Dick Wagner e Steve Hunter, che concorrono a portare il sound verso l'hard rock e quasi al metal; oltre alla title-track, "Welcome To My Nightmare" contiene due grandi successi come "The Black Widow" e "Steven", che proiettano la sua carriera solista verso la grande affermazione. In seguito, negli anni a cavallo tra i '70 e gli '80, lo showman (chiamarlo semplicemente cantante è un po' riduttivo credo) incappa in seri problemi con l'alcol, che lo costringono a sottoporsi a una disintossicazione e che hanno inevitabili effetti sulla sua produttività e la sua carriera, a cui comunque si aggiungono due album, "Alice Cooper Goes to Hell", prima della disintossicazione, e "From the Inside" dopo.

Nei primi anni '80 Alice Cooper sperimenta i nuovi suoni e i nuovi generi che stanno prendendo piede in tutto il mondo, e incide quattro album nel giro di altrettanti anni, "Flush the Fashion", "Special Forces", "Zipper Catches Skin" e "DaDa", che però non riscuotono molto successo, anzi, vengono pesantemente criticati soprattutto dai suoi fan di lunga data, ma che in ogni caso daranno un contributo importante per la sua musica degli anni successivi (come ogni sperimentazione del resto). Da qui comincia un periodo di silenzio in cui, come succede sempre in questi casi, le voci di un suo ritiro dalla scena circolano sistematicamente, e in cui l'artista sperimenta il cinema, apparendo in diversi film horror, tra cui "Il signore del male" di John Carpenter, diventando così un mito anche per gli appassionati del cinema di genere, finchè decide di ritornare alle origini, mettersi davanti a un microfono, e soprattutto sulle assi di un palco, e comincia a risalire la china in cui era finito a inizio decennio, risalita che comincia in sordina con "Constrictor" del 1986, continua positivamente con il successivo "Raise Your Fist and Yell" del 1987 e tocca l'apoteosi proprio in questo 1989 ricco di eventi e musica. Dietro un grande ritorno come questo non può che esserci lui, uno dei più grandi geni discografici di sempre, Desmond Child, che suggerisce ad Alice di chiamare a raccolta qualche sua vecchia conoscenza per comporre, scrivere e registrare i dieci pezzi che formeranno la tracklist della sua ribalta; alcune delle vecchie conoscenze di cui parlo rispondono ai nomi di Jon Bon Jovi, Richie Sambora, Kip Winger, Steven Tyler, Joe Perry, Joey Kramer, Steve Lukather e Tom Hamilton, e, c'era da scommetterci, il risultato è un successo planetario, ed è tutt'ora il maggior successo dopo "Welcome to my nightmare". L'album creato in collaborazione con queste superstar esce nell'agosto del 1989 intitolato "Trash", con in copertina una delle foto più famose, con Alice Cooper in piedi, a testa bassa, con pantaloni di pelle, maglietta con un enorme teschio e giubbotto di pelle ricoperto di borchie. Le 10 tracce che compongono il disco sono una scarica di adrenalina che vira decisamente verso l'heavy metal, contengono testi fortemente espliciti e, trainate dal primo singolo, nonchè primo brano dell'album, "Poison", scaraventano "Trash" nei primi posti delle classifiche mondiali e permettendo ad Alice di tornare a fare quello che gli riesce meglio, calcare le assi di un palco addobbato a dovere, con i suoi cari serpenti, le sue ghigliottine, e le sue coreografie tanto terrificanti quanto spettacolari. Dopo "Trash" arrivano live, raccolte e altri sette album in studio, l'ultimo dei quali datato 2008; pare ce ne sia un altro in arrivo prossimamente, ma quel che è chiaro è che la chiave di volta della più che quarantennale carriera di Alice Cooper è questo album. Oltre a "Posion", dall'album vengono estratti altri tre singoli, "House of Fire", "Only My Heart Talkin'" e "Bed of nails", ed è quest'ultimo il pezzo che ho scelto di proporvi alla fine di questo snervante post....

Se vi aspettate un testo impegnato vi sbagliate di grosso, se vi aspettate una canzone d'amore può essere che in un certo senso l'abbiate trovata, ma di certo non è una di quelle classiche, se quello che vi aspettate è un po' di carica dovete solo far partire il video qui sotto, per voi, questo è il grande ritorno di Alice Cooper, questo è il 1989, questa è "Bed of nails"!....